Si dice che la nostra vita sia retta da fili invisibile, manovrati dal fato, da Dio o da un'irrazionale volontà, se vogliamo citare Schopenhauer... Insomma, non siamo padroni di niente, di niente più che un'inutile voglia di affermare la nostra libertà individuale, che in fin dei conti non è abbastanza forte da poter sopraffare la qualsivoglia forza motrice del mondo in cui viviamo, prigionieri di una gabbia d'oro... come direbbe Tiziano Ferro, stritolati da una corda d'oro come il povero Geordie di De Andrè.
Se facciamo un pò di conti, e analizziamo la funzione della vita, calcoliamo limiti, derivate prime e seconde, cerchiamo di scoprire dove finisce, quali sono i suoi massimi , i suoi minimi, i punti in cui tutto cambia... troviamo solo un guazzabuglio di linee, punti, piani e contro piani.
E Freud che cerca di scomporli in termini più semplici. E Nietzsche che ci propone il modello della tragedia greca.E Hegel a parlarci di necessità storiche.
Morale della favola. Non esiste una morale della favola. O_O
E io che rimango annichilita. Incapace di commentare, costretta a fare citazioni, a consolarmi con l'ironia di Virginia Woolf, reduce di una lezione di filosofia,illuminante come sempre. Senza nessuna ironia, questa volta. Chiara come il sole, telegrafica ed immediata, cruda,anche sulla verità di sè stessa, ecco che la filosofia mi da nuovi spunti su cui ragionare. E non pensare a ciò che affligge l'animo mio.